Fin da piccola il personaggio di Mafalda mi incuriosiva molto, la incontravo sulle copertine dei quaderni, sulle pagine dei diari con battute che a volte non capivo, ma che me la rendevano incredibilmente simpatica. Quando sono diventata più grande mi sono dedicata a Mafalda sotto un altro punto di vista, ho scoperto che è argentina e da qui che è nato il desiderio di svolgere una tesi sul fumetto, un linguaggio che nelle scuole viene spesso trascurato, concentrandomi maggiormente sulla traduzione e sui problemi culturali che si possono incontrare traducendo un fumetto come Mafalda, considerato impegnato perché analizza con senso critico e con umorismo la realtà politica e sociale dell’Argentina e del mondo degli anni Sessanta e Settanta. Il traduttore deve infatti conoscere accuratamente la cultura che emette il testo, come i giochi di parole e le onomatopee, l’ironia e i rimandi intertestuali all’attualità.

Contrariamente ad altri fumetti completamente staccati dalla realtà, che dipingono scenari fantastici, Mafalda è inserita nella sua epoca e presenta al lettore una visione dettagliata della società argentina e della storia mondiale che è necessario conoscere per capire il senso di molte vignette.
Il primo capitolo di questa tesi infatti è volto a spiegare i momenti della storia su cui Mafalda si concentra maggiormente, prima quelli che interessano tutto il mondo caratterizzati dal clima di tensione dato dalla Guerra Fredda, poi quelli che interessano l’Argentina, gli anni post-peroniani, analizzando anche gli aspetti sociali e culturali che caratterizzano la vita di Mafalda e dei suoi amici.

Oltre al grande valore artistico e storico, nel fumetto di Mafalda ho trovato una visione del mondo che spesso condivido: sono cambiati gli scenari, i personaggi, le tecnologie, ma anche noi, come negli anni Sessanta, viviamo in un mondo mosso ancora dagli stessi meccanismi, dalle guerre, dall’economia e dagli interessi dei più potenti. Di fronte a tutto ciò molti giovani reagiscono proprio come Mafalda, sono disorientati, provano rabbia, ma hanno anche molta speranza di poter cambiare il mondo. Il primo a preannunciare la somiglianza tra Mafalda e le generazioni future è stato Umberto Eco nel testo Mafalda, o del rifiuto, che apparve come prefazione al testo Mafalda la contestataria edito da Bompiani nel 1969, dove dichiarava:

(Quino 1994:8)
Il secondo capitolo tratta la biografia di Quino in relazione alla nascita della bambina dai capelli neri a cespuglio, gli occhi grandi e il naso a patata. Le prime pubblicazioni di Quino risalgono al 1954; dieci anni dopo farà la sua comparsa la bambina ribelle su Gregorio, supplemento umoristico della rivista Leoplán, che pubblicherà le prime tre strisce.


Questo elaborato ha come principale obiettivo concentrarsi sui problemi culturali che si presentano al traduttore impegnato a volgere il fumetto di Mafalda dalla lingua originale all’italiano, infatti il quarto capitolo prosegue analizzando cultura e traduzione, due concetti strettamente legati tra loro. Infatti il traduttore, essendo mediatore culturale, ha il compito di trasportare un messaggio da un sistema a un altro, cioè da una cultura a un’altra. Compiendo questa attività il traduttore deve riportare nella cultura ricevente il messaggio dato dal testo originale, cercando di limitare la creazione di residuo traduttivo. Oggetto delle strisce di Mafalda sono per lo più fatti di attualità, riferiti alla realtà politica e sociale argentina e internazionale. Spesso i riferimenti sono impliciti poiché, a causa della censura, all’autore non era concesso riferirsi esplicitamente alla politica. La specificità delle strisce ha creato non pochi problemi ai traduttori, che si sono trovati a dover gestire enormi residui linguistico-culturali. Nella traduzione italiana, per esempio, che non ha creato particolari problemi linguistici (salvo la difficile resa dei deittici), non sempre è stato possibile mantenere i rimandi alla realtà socio-politica del lettore modello di Quino, soprattutto a causa della distanza culturale; perciò la versione italiana risulta più povera di rimandi culturali specifici e quindi di più facile lettura, con un intento umoristico più marcato rispetto all’originale. Tuttavia, nonostante i continui riferimenti spaziali, temporali, culturali, l’opera di Quino è oggi più attuale che mai: le strisce presentano alcune situazioni e realtà (la povertà, i pregiudizi razziali, il contrasto e le disparità sociali) che erano attuali quarant’anni fa e che continuano ad esserlo, poiché tendono a ripetersi e non si riesce, o non si vuole, trovare una soluzione.

CONTESTO STORICO E POLITICO
Il mondo di Mafalda
Mafalda non è soltanto un nuovo personaggio del fumetto: è forse il personaggio degli anni Settanta.
(Quino 1994:8)
Così iniziava Umberto Eco il testo Mafalda, o del rifiuto che apparve anonimamente come prefazione al volume Mafalda la contestataria edito nel 1969 da Bompiani.

La guerra fredda
Fin dalle prime strisce di Mafalda il lettore si trova di fronte a numerosi riferimenti alla situazione di conflitto non bellico tra due blocchi internazionali categorizzati come Ovest (gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO) ed Est (l’URSS e i suoi alleati del Patto di Varsavia).
Tratto da Web
Buona sera! Sto facendo una ricerca sulla traduzione di Mafalda in italiano, ma non riesco a trovare il nome del traduttore, lo sai tu? Ti ringrazio in anticipo.
RispondiEliminaP.S.: Mi è piaciuto molto il tuo lavoro!