Finalmente sono sulle tracce di "Io, Liam".
Il libro scritto da una mia cara amica e professoressa di storia e letteratura, Antonella Albano. Giace nel mio comodino in attesa di essere sfogliato e letto tutto d'un fiato. Non ci sto sulla pelle, tanto è grande la mia felicità. La gioia è indescrivibile, poter avere fra le mani un gioiello così prezioso e la fortuna di conoscere di persona la sua autrice, mi rende così onorata. Non è il contesto del racconto che mi porta a questo entusiasmo, a cui non riesco a dare un freno, perchè in realtà ho solo letto il retro del libro, ma il fatto che una donna tanto cara, e vicina in tutti i momenti della vita, sia belli che difficili, abbia partorito un altro dono da aggiungere alla libreria italiana e alla cultura dell'Urban Fantasy.
Forse, come dice mio fratello, il fatto di conoscere l'autrice mi incentiva di più a parlarne, a incuriosirmi, ma per dirla tutta è il primo Urban Fantasy che leggo, di solito, come sapete, leggo libri molto soft, romanzi di famiglie complicate o romantiche, storie d'amore ambientate in botteghe di cioccolato, tè e caffè... questo è davvero il primo e sono felice di cominciare con un libro scritto da una cara persona dall'animo semplice e gentile.
Il testo sul retro di Io, Liam
Liam viene da lontano, dall’Irlanda del VII secolo d.C. ed è destinato a una vita innaturalmente lunga. Elisa è una giovane donna moderna, che vive un vuoto colmabile solo dal suo amore per il canto. Nella vita di Liam sembra esserci posto unicamente per la vendetta e il sangue; una promessa, però, fatta a Cathal, suo amico fraterno, lo accompagnerà lungo i secoli, fino a che il cerchio non si chiuderà una volta per tutte. Il suo progetto verrà sconvolto proprio dall’incontro con Elisa, e da un nemico implacabile che minaccia tutto ciò che imprevedibilmente è giunto ad amare. Mantenere un basso profilo, non indulgere all’amore o all’odio, era stato fondamentale, ma non ci era sempre riuscito. Si era nascosto in posti impervi anche umanamente, cambiando luogo ogni volta che la sua perdurante giovane età veniva notata. Si era illuso che la vita potesse avere un senso ma aveva finito per lavarsi via dal cuore ogni sentimento profondo. E proprio ora qualcuno veniva a togliergli le ragnatele dall’ anima.
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